16 luglio 2010

Intervista a D.F. Lycas, autore di "Lunaris"

L'autore


D.F. Lycas è nato ad Asti nel febbraio 1973. Vittima di una irrequieta propensione all'immaginario, sceglie studi prettamente informatici, affascinato dalle possibilità che computer e nuovi media possono offrire ai naviganti del fantastico. Ha pubblicato racconti, vinto concorsi, partecipato alla sceneggiatura di fumetti. Attualmente lavora nel settore delle nuove tecnologie ma è stato anche fotografo e per un breve periodo giornalista.





Il libro


Lika non è soltanto un essere umano. Non lo è più dal giorno in cui, durante un casuale incontro amoroso, ha stretto un inconsapevole patto di fratellanza col mondo dei lupi mannari. Ora Lika è vittima di un morbo dal quale pare impossibile guarire. Si ritrova a dover gestire un altro se stesso, un alter-ego imponente e micidiale che durante le notti di Luna agisce privo di ogni controllo. A nulla vale il tentativo di fuggire in esilio volontario per salvarsi da se stesso. Un destino beffardo muta la posizione di Lika da predatore a preda, mettendo in pericolo non soltanto la sua vita ma anche quella dei suoi strampalati amici. Sullo sfondo di una metropoli grigia e indefinibile, fra rivelazioni assolutamente inedite del mondo dei licantropi e affini, si dipana la storia di un'involontaria creatura notturna obbligata a compiere una definitiva scelta di vita. E di morte. "Torno alla finestra. Apro le tende e mi rimetto a guardare. Fuori. La gente da lontano. Da lontano sono tutti così belli. Da vicino, invece, c'è il rischio di scoprirli anche buoni."



L'intervista


1. Nel tuo blog si trovano argomenti e situazioni simili a quelle che racconti nei tuoi romanzi: chi è nato prima, nella tua testa, Lycas o Lika?

Il blog è nato contemporaneamente a Lika, quindi è normale che fra le sue pagine il riflesso del licantropo sia preponderante. Tuttavia è stato Lycas ad aver visto la luce per primo. Con questo pseudonimo ho firmato anche altri lavori tra cui la sceneggiatura di un fumetto dark, morto però dopo il numero zero (sigh). A proposito, ti rivelo una curiosità: Lycas non ha nulla a che vedere con i licantropi, anche se la radice del nome potrebbe far pensare il contrario. In realtà lo scelsi dopo aver scoperto le poesie di Pierre Louÿs, dove compare un pastore di nome Lykas (l'originale è con la k) che fa girare la testa alle poetesse della cerchia di Saffo. Insomma, prima è arrivato il pastore, poi il lupo.


2. Arrivare a veder pubblicata la propria opera è senza dubbio una grande soddisfazione: quello che avviene dopo è però un altro paio di maniche. Come ti sembra che il tuo primo romanzo sia stato accolto? Ed eventualmente c'è qualcosa che avresti voluto fare o che fosse fatto in maniera diversa?

Del primo Lunaris ho avuto un riscontro decisamente positivo. In generale è piaciuto. Certo qualche critica è venuta fuori, ma sarebbe stato anomalo il contrario. Tra l’altro, quando sono costruite in maniera intelligente, le critiche sono una manna per gli autori che vogliono crescere.
L’unico rimpianto che ho è di aver portato Lunaris in giro solo un paio di volte. Poche presentazioni insomma, e i bambini che stanno sempre chiusi in casa crescono più lentamente degli altri.


3. Ogni scrittore ha i suoi modelli: quali sono i tuoi? Quali libri ti hanno ispirato di più, contribuendo alla tua formazione come scrittore?

Premetto che in quanto lettore amo spaziare fra autori e generi molto differenti fra loro. Certo non posso nascondere di essere cresciuto in compagnia di Anne Rice o di aver fagocitato Gaiman in quasi tutte le salse, in qualche modo il segno devono averlo lasciato su di me. Tuttavia sono stati libri come Pulp di Bukowsky o Chiedi alla Polvere di John Fante ad avermi fornito le suggestioni più intense. Inoltre ho una passione segreta per Emily Dickinson.


4. Ultimamente sono tornati alla ribalta i vampiri e tu stesso sei un fan di Anne Rice: perché hai preferito invece rivolgerti al mondo dei licantropi? Cosa ti affascina di queste creature?

Del licantropo amo l’estrema libertà d’azione che gli consente la sua duplice natura. La bestia non ha remore, non ha tabù, non riconosce i limiti imposti dalla società umana perché semplicemente non ne fa parte. In un certo senso il licantropo rappresenta il riscatto della natura sull’uomo moderno. L’essere umano che diventa animale, suo malgrado: mi piace. Riguardo ai vampiri, direi che ormai è già stato scritto (quasi) tutto quello che si poteva. Per questo ho preferito lasciarli da parte, anche se continuo ad amarli molto.


5. Dei tuoi romanzi mi hanno colpito in modo particolare le metafore che usi: lo definiresti un dono naturale, istintivo, o dietro c'è un buon lavorio di sinapsi?

Oddio, non saprei, con questa domanda mi cogli un po’ alla sprovvista. Diciamo che le metafore fanno parte del mio modo di scrivere, anche se per evitare di scadere nell'ovvio le sinapsi bisogna usarle per forza.


6. Nel primo Lunaris hai usato la prima persona, mentre nel secondo salti dalla testa di Lika a quella di Luce, alternando capitoli in terza persona: cosa ti ha portato a questa scelta?

Nel secondo Lunaris è stata l’esigenza narrativa a spingermi verso un punto di vista meno uniforme. Inoltre non volevo annoiarmi, così come non volevo annoiare il lettore incatenandolo di nuovo solo agli occhi (e ai pensieri) di un licantropo. E poi Luce meritava più spazio, no?


7. Scrivere crea un rapporto particolare con i personaggi delle proprie opere, ci si immerge in essi condividendone pensieri, desideri, reazioni: come ci si sente nella testa di Lika? E in quella di Luce?

Mentirei se dicessi che nella testa di Lika si sta bene. Egli subisce la mutazione nella sua controparte bestiale ogni sacrosanto plenilunio, ne è consapevole, e quindi ha paura di se stesso. Lika è un personaggio tormentato. È posseduto da passioni e timori estranei a un essere umano, ma assolutamente reali per lui. Nonostante questo però, scrivere di lui, vivendo in questo modo le gesta di un licantropo, rimane comunque una sensazione galvanizzante. Anche Luce ha una testolina ben scombinata, soprattutto nel secondo Lunaris dove deve affrontare un cambiamento irreversibile. Di lei però mi godo la sua delicatezza appoggiata sull’acciaio di una forza fuori dal comune.


8. In Lunaris l'ambientazione principale è una città che chiami "la Bolla": qual e’ il tuo legame con essa? Ha qualcosa in comune con la tua città di origine?

La Bolla non è la mia città di origine, ma potrebbe esserlo perché ha le caratteristiche tipiche di ogni piccola città del Nord. Nella Bolla c'è tanto traffico, poca vita notturna, troppo provincialismo. Inoltre la Bolla è quel che suggerisce il suo stesso nome, un involucro che tende a isolare e a nascondere. Forse anche per questa ragione Lika decide di andarsene. Un pesciolino rosso che di colpo scopre di avere un futuro da squalo non può resistere a lungo dentro un acquario torbido.


9. Nella stanza di Luce, in “Licantropi alla Porta”, compare una marmotta di peluche, un po' insolita - di solito noi ragazze preferiamo gli orsetti. Dove l'hai pescata? Ma soprattutto, dalle tue parti se ne trovano di peluche? Nella mia zona trovi solo quelle che fischiano, per averne una di carina sono andata fino in Alta Badia...

In effetti non ho mai visto una marmotta di peluche, lo ammetto. E non credo che dalle mie parti ci siano negozi con tale articolo in magazzino. La marmotta di "Licantropi alla Porta" è solo un omaggio al film “Il grande Lebowsky”. Se non lo hai visto te lo consiglio caldamente. La scena della marmotta (che non è una marmotta) è molto divertente.


10. Qual è il tuo rapporto con i lettori? Al di là dei contatti via blog o twitter, hai altre occasioni di incontro? Di solito è più facile gestire i rapporti virtuali, come se lo schermo di un pc ci facesse da scudo: come affronti invece i contatti vis-à-vis?

Ti rispondo sinceramente: fino ad oggi non mi sono capitate molte occasioni per conoscere di persona i lettori di Lunaris. Quando è successo però il ritorno è stato più che piacevole. Si crea un legame invisibile fra chi racconta la storia e chi la legge. Incontrarsi è un modo per rafforzare questo legame, e in futuro spero di poter dedicare un po’ più di tempo a questo genere di esperienze.


11. Tra romanzi, blog e twitter ti si potrebbe definire un grafomane: cosa ti spinge a scrivere?

C'è una linea sottile che separa lo scrivere per se stessi dallo scrivere per raccontare, anche se la matrice molte volte è la stessa. Ho sicuramente iniziato a scrivere per me stesso, e d’altronde chi non lo fa? Col tempo però la necessità di sfogarmi su un foglio bianco ha cambiato natura e consistenza. Hai presente la pietra filosofale? Ecco, quando scrivi per te stesso hai per le mani della materia grezza. Bisogna trovare la formula per trasmutare quel piombo in oro, lavorando e lavorando senza sosta. Se hai tanta passione e moltissima pazienza, prima o poi qualcosa di prezioso viene fuori.
Per quanto riguarda il blog e twitter, personalmente li ritengo ottimi strumenti di comunicazione; siccome tra parlare e scrivere preferisco scrivere, nel mio caso adempiono perfettamente alla loro funzione.


12. Hai già un terzo romanzo nel cassetto? (Dimmi di sì, ti prego!)

Ebbene sì, il terzo e ultimo Lunaris è in cantiere già da un po’. Proprio su questo computer dal quale ti sto rispondendo, da qualche parte fra le cartelle dei lavori in corso c’è un documento elettronico il cui nome la dice lunga. Il file si chiama…(posso immaginare un ghigno lupesco dipingersi sul suo volto – n.d.r.)


13. Quali sono i tuoi progetti futuri? (ovviamente devi mettere in lista una capatina in Veneto, per consentirmi di conoscerti di persona e farmi l'autografo su Licantropi alla Porta)

Al momento sto lavorando a una storia dai toni più cupi e decisamente più sulfurei di Lunaris, senza licantropi ma con altre “cose” poco raccomandabili. Per ora però non voglio sbilanciarmi troppo. Per quanto riguarda la capatina in Veneto, sappi che la metto in lista molto volentieri. Amo Venezia, e ritornarci non può che farmi piacere. Ti posso prenotare come mia guida personale?


Sarò ben lieta di farti da guida, Venezia è la mia seconda casa.

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