25 luglio 2015

Dall'Inferno si ritorna - Christiana Ruggeri

Il 7 aprile del 1994 in Ruanda ha inizio uno dei massacri più atroci della storia: il genocidio perpetrato dagli hutu contro i tutsi e gli hutu moderati. L'ultimo genocidio del XX secolo. In 101 giorni vengono assassinate un milione di persone, c'è un omicidio ogni dieci secondi, le violenze sono inenarrabili. Il 13 aprile 1994 un gruppo armato hutu entra in casa di Bibi, a Kigali. Quando, molte ore dopo, Bibi si sveglia, non ricorda cosa è successo: ha solo il desiderio di bere succo d'ananas e avverte un odore pungente nella stanza. Ha il braccio destro dilaniato, l'addome perforato dai proiettili, lesioni alla nuca e a un orecchio causate dai calci. Nella stanza i cadaveri della mamma, del fratellino, della zia e dei cuginetti.
Bibi è sopravvissuta. Oggi vive a Roma ed è una giovane studentessa di medicina. Questa è la storia del suo viaggio infernale fino allo Zaire, insieme a un milione e duecentomila profughi in fuga da morte e desolazione. E del ritorno al suo paese, tra inaspettati gesti di coraggio e sorprendenti atti di solidarietà, con l'inatteso lieto fine di un sogno realizzato in Italia.

Recensione

Il genocidio perpetrato da parte degli hutu nei confronti dell’etnia tutsi a partire dal 1994 è stato oramai raccontato ed è conosciuto dai più. Come tutti gli orrori inspiegabili e dolorosi da affrontare è sempre molto difficile parlarne. Ci hanno provato alcuni film, come Hotel Rwanda di Terry George, che ha raccontato una storia sulla follia di un odio etnico senza senso.

Mentre il peggio accadeva, i mezzi di informazione europei tacevano, per lo più, e il massacro si consumava. Difficile, quindi, raccontare il dolore e l’orrore nella loro forma più pura e immediata: solo i testimoni diretti o indiretti hanno, io credo, diritto di parlare e raccontare, coloro cioè che hanno veduto, ascoltato testimonianze dalla voce delle vittime: esiste un’etica del dolore per cui chi sa per certo parli, se se la sente; chi non sa per certo abbia rispetto e taccia.

In questo libro–testimonianza a raccontare è una giornalista, Christiana Ruggeri, che ha raccolto la storia di Bibi, una bambina di cinque anni scampata per miracolo al massacro della sua famiglia.
Una famiglia ammazzata, un vicino di casa che la raccoglie e la porta in ospedale, una madre hutu che l’accoglie e la mette in salvo; un ragazzo, membro di una organizzazione umanitaria, che le dona una casa e un’altra madre; infine un orfanotrofio e suore che fanno, ogni giorno, dei miracoli.

La narrazione, che nasce dall’incontro con questa bimba, ora ragazza, lascia nella giornalista i segni per raccontare la sua storia in un libro. Ne nasce una ricostruzione dei fatti così come li può percepire e comprendere una bambina di cinque anni trovatasi di colpo al centro di un incubo. La voce narrante è delicata ma anche diretta e semplice, con la logica stringente dei bambini, che non hanno sovrastrutture:

“Acqua fredda nel cuore, ecco cosa sentivo quando mi parlavano della mamma e io non me lo aspettavo.”
La scrittura riproduce la voce della bambina, la sintassi ne mantiene fedelmente la semplicità, il lessico risulta verosimile perché punteggiato da vocaboli in lingua. L’ambiente è reso con descrizioni nitide e crude, senza nessuna forma di indugio; viene detto ciò che serve per capire, nulla di più, nulla di meno. I dialoghi sono essenziali, brevi e semplici, come quelli di una bimba che chiede risposte a una situazione inspiegabile. La narrazione mette un quadro accanto all’altro, senza fretta, con una pazienza che dà al lettore il tempo di digerire gli eventi cruenti e devastanti.
Si sente la mano della giornalista che conosce l’argomento, la delicatezza della persona coinvolta umanamente nella vicenda, seppur in modo indiretto; il desiderio di rispettare il racconto della protagonista in tutte le sue sfumature.

Accanto al dramma narrato ci sono i drammi di tutte le donne nelle guerre: madri uccise per proteggere i figli, mogli rese vedove senza tombe su cui piangere il coniuge, ragazze violentate che danno alla luce i figli della violenza. La forza delle donne emerge, chiaramente, in uno scenario di follia assoluta: il legame delle madri con i figli viene cantato con dolcezza, e costituisce il filo conduttore di questo racconto lungo.

Un libro semplice, vero, equilibrato nelle soluzioni sintattiche e lessicali, rispettoso della materia narrativa, che non dimentica mai lo scopo della storia: ricordare per salvare il ricordo, ricordare per rispettare, ricordare per dare dignità a tante morti vergognose.
Un testo che si può proporre per una lettura in classe, per raccontare questo, come tutti i genocidi; che si può leggere insieme a una figlia adolescente, con le spiegazioni e con gli abbracci che servono.
Un libro significativo, che consiglio.

Da segnalare solo un unico refuso, probabilmente sfuggito in fase di stampa.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Dall'Inferno si ritorna
  • Autore: Christiana Ruggeri
  • Editore: Giunti
  • Data di Pubblicazione: 2015
  • Collana: Narrativa non fiction
  • ISBN-13: 978-88-09-80579-8
  • Pagine: 232
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,90

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