27 dicembre 2014

Speciale Autori Irlandesi: Dracula - Bram Stoker

Nato a Clontarf, un sobborgo di Dublino nel 1847, Bram Stoker trascorse gran parte della sua infanzia da malato, salvo poi, guarito, trovare una robusta salute e diventare un eccellente sportivo. Dopo studi giuridici al Trinity College e l'inizio di una carriera impiegatizia, ben presto scelse la vita del teatro, in seguito all'incontro con un personaggio dal fascino ambiguo, l'attore Henry Irving, per il quale diresse il Lyceum Theatre a Londra.
La malattia infantile e la salute gracile prima, e l'incontro con il fascino spettrale del grande interprete di teatro poi, senza dubbio incisero molto sulla più conosciuta tra le sue opere, che è ancora oggi una pietra miliare delle letteratura dell'orrore e non solo, Dracula.
Se anche esistono in tutte le culture dei precedenti di leggende popolari sui morti che tornano dalla tomba per succhiare il sangue dei vivi, il primo esempio di vampiro moderno è il byroniano Lord Ruthven dal romanzo 'Il vampiro' di John Polidori (c'è dunque alle origini del mito anche un po' d'Italia) del 1819, e poi il Lord Varney di un romanzo d'appendice del 1847. Il vampiro, assurto al rango di aristocratico e di eroe oscuro, che curiosamente nasce per una gara quasi scherzosa, con parto quasi gemellare, insieme a un altro archetipo del genere, il Frankenstein di Mary Wollstonecraft, nella quiete elvetica di Villa Diodati, trovò però solo con l'opera di Stoker la sua definitiva fisionomia, quella del conte rumeno.

Lo scrittore irlandese infatti, dopo l'incontro del 1890 con il professore ungherese Arminius Vambery, si interessò al folklore mitteleuropeo e trasformò il vampiro-dandy byroniano nell'erede dell'impalatore Vlad Tepes, il conte Dracula, miscuglio di tradizioni popolari slave e fascino levantino, protagonista del romanzo omonimo pubblicato nel 1897.
Se le altre opere di Stoker, morto a Londra nel 1912, non hanno avuto grande successo, tuttavia la fama - questa davvero 'non spirata' - di Dracula, tra letteratura e cinema, è immensa. In particolare le gesta del vampiro hanno dato vita a innumerevoli trasposizioni sul grande schermo: di queste restano memorabili i Nosferatu di Murnau ed Herzog e il più recente e bellissimo Bram Stoker's Dracula di Coppola.


Scritto da Bram Stoker nel 1897, fin dal suo primo apparire Dracula ha fornito l'archetipo alle numerose storie di vampiri che si sono succedute nella letteratura e nel cinema. Ispirato alle figure storiche del principe romeno Vlad II detto Dracul («il diavolo») e di suo figlio Vlad III, l'Impalatore, Dracula-Nosferatu (colui che non muore, il 'non spirato') è un personaggio più che mai inquietante. Nel tratteggiarlo Bram Stoker ha dato fondo a tutte le risorse della sua fantasia e a tutti gli espedienti di un calibratissimo mestiere. Da queste pagine si sprigiona così una magia che giunge fino alle soglie dell'incubo.
Dracula rappresenta infatti in modo del tutto originale l'eterna vicenda della lotta tra il Bene e il Male, sullo sfondo di una storia che scaturisce direttamente dall'inconscio e, come tale, parla in termini che si impongono immediatamente alla fantasia di ciascuno di noi, per entrare nei nostri sogni più spaventosi. Né bastano esorcismi razionalistici a toglierle l'irresistibile suggestione, la possente ossessività che la pervade.

Recensione

"I morti viaggiano veloci"

In uno speciale sugli autori irlandesi non poteva mancare Dracula di Bram Stoker, uno dei primi e maggiori successi del genere horror, nonostante il giudizio dei critici sul valore letterario del romanzo sia generalmente piuttosto negativo. In effetti l'opera - che non ha creato, perché una base esisteva già, ma ha trasformato la leggenda del vampirismo in un archetipo dell'orrore della storia dell'uomo - non può essere considerata un capolavoro letterario. In ritardo rispetto alla moda dei romanzi gotici epistolari, molto diffusi tra '700 e '800, Dracula è però, nella sua patina vittoriana moralista, un ricettacolo di tutte le inquietudini fin de siécle, proiettato verso le angosce del secolo che sta per iniziare.

Di volta in volta il fascino magnetico del conte, capace di catturare e attirare a sé la mente delle sue vittime, è stato visto anche come una prefigurazione della capacità di alcuni personaggi, politici ma non solo, di trascinare le folle, quasi come un pifferaio di Hamelin. Anche il sottotesto 'erotico' del mito è estremamente importante per un racconto che nasce tra le mura puritane del perbenismo vittoriano: il rapporto tra Dracula e Lucy Westenra prima e Mina Murray poi, e quello con Jonathan Harker si tinge spesso di venature erotiche e assume quasi il carattere di un'iniziazione al taboo del sesso. Ancora un elemento originale è il legame tra religione cristiana e dimensione luciferina di Dracula che Stoker ha introdotto: il conte è in qualche modo una sorta di angelo ribelle condannato alla vivente morte e alla eterna fame di vitale sangue, perché, come recita Levitico 17,14: il sangue è la vita.

Gary Oldman è il Dracula di Coppola

Ma in fin dei conti tutto ciò che rende la figura di Dracula ancora viva ai giorni nostri è stato analizzato, decostruito, sminuzzato e ponderato in oltre un secolo di letture e trasposizioni. Rimane il racconto, un romanzo che parte con delle lettere. Stoker costruisce la storia mettendo insieme non solo lettere, quelle dell'agente immobiliare Harker, in viaggio di lavoro in Transilvania, alla fidanzata Mina e viceversa. Ci sono anche i diari di Mina stessa e di Jonathan, la corrispondenza tra Mina e Lucy, articoli di giornali su fatti di cronaca legati all'arrivo di Dracula a Londra, il diario di bordo della nave fantasma Demeter, i diari 'scientifici' dello psichiatra Jack Seward e dello scienziato metafisico Abraham van Helsing, che parla a volte in un inglese stentato, date le sue origini olandesi, e varie altre fonti.
Se è vero che in parte questa scelta è dovuta a un pensiero rivolto anche alla rappresentazione teatrale di Dracula, con l'attore-mentore di Stoker, Henry Irving quale ispiratore del conte, è però altrettanto evidente che l'autore ottiene così anche un altro risultato: riesce a presentare lo stesso personaggio che sfugge a ogni definizione come ai lacci del tempo da diversi punti di vista, quasi in un gioco impressionista ante litteram d'ombre o di specchi.

Si tratta dunque di un romanzo corale, perché corale è la lotta del bene contro il male e il successo finale arriva solo grazie all'unione e al sacrificio del gruppo, mentre al contrario nella divisione il vampiro si insinua come una nebbia sottile. Dracula emerge come nemico pubblico, titanico nella sua oscura grandezza, estraneo perché proviene da un altrove geografico e metafisico, e coagula contro di sé le resistenze di tutto il mondo civile e rispettabile, quello dei due sposi novelli, Jonathan e Mina; della scienza, Seward e van Helsing; dell'aristocrazia di vecchia e nuova data, Athur Holmwood e Quincey Morris.

L'ombra del Nosferatu di Murnau
Paradossalmente il protagonista del romanzo di Stoker è l'unico che parla sempre per interposta persona. Le sue parole, le sue azioni sono sempre riferite, mai dirette. La sua statura mostruosa e ipnotica insieme, i suoi poteri di mutaforma lo rendono un enigma insondabile, come la morte che simboleggia, un elemento infestante, come un morbo, dunque da cancellare dalla faccia della terra in nome della rispettabilità dei suoi abitanti naturali, gli uomini civilizzati, e per la salvezza di Mina, emblema di purezza che il male tenta di contaminare. Pare dunque tutto sommato naturale che rispetto a un tale avversario gli altri personaggi risultino appiattiti. Solo ciò che entra in contatto con il conte sembra acquisire uno spessore psicologico, e non positivo: è il caso della follia di Renfield e della trasformazione di Lucy in spettro che rapisce bambini innocenti.

Follia e violenza, seduzione e mistero sono le armi che il vampiro usa per scardinare l'ordinato e stabile mondo londinese moderno, sono le strategie che minano le sicurezze borghesi dei protagonisti e ne mettono a dura prova le convinzioni.
In effetti questo sottofondo così 'bourgeois' è davvero forte, se si guarda al racconto sottraendo la figura del vampiro. Jonathan ha la pedanteria, nel suo viaggio iniziale, di un giovane che non ha mai messo il naso fuori di casa, tanto da risultare involontariamente comico quando, di fronte alle superstizioni della gente che incontra in Valacchia, si propone di chiederne spiegazioni proprio al conte una volta arrivato al castello. Mina con la sua mania di copiare tutti i diari degli amici coinvolti nella caccia al vampiro con la sua macchina da scrivere fa la parte della segretaria pignola. Il dottor Seward assume i modi del medico scrupoloso fino all'eccesso nel descrivere le condizioni dei malati del suo manicomio per lenire le pene d'amore perdute, salvo poi cercare l'oblio nella morfina. Spesso i vari personaggi sottolineano come, pur con lo stomaco chiuso dal dolore dei lutti e dalla sofferenza spirituale causata dal vampiro, sia necessario consumare delle robuste e sostanziose colazioni, per essere nel pieno delle forze di fronte a un tale diabolico avversario. Lo stesso Dracula, contagiato dall'ambiente in cui vorrebbe infiltrarsi, a Londra, si dà alla speculazione immobiliare!

Perché in fin dei conti nel momento in cui il bene trionfa e Dracula trova la pace, quello che resta sono le solide, noiose,tradizioni della middle class britannica. E la rivincita del vampiro è sempre in agguato, nascosta nell'ombra dei desideri rimossi.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Dracula
  • Titolo originale: Dracula
  • Autore: Bram Stoker
  • Traduttore: Francesco Saba Sardi
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Oscar Classici
  • ISBN-13: 9788804543237
  • Pagine: 448
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 10,00

0 Commenti a “Speciale Autori Irlandesi: Dracula - Bram Stoker”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates