16 novembre 2013

Sul lato sbagliato della strada - Amanda Mazzi

La Scozia, dalla natura abbagliante, verde e ricca, è testimone della storia di Morgana. Non basta la sua professione di medico, non bastano gli amici c’è qualcosa nella sua vita che non va. Una voglia di scappare da un quotidiano assillante che la rende infelice, inappagata. Una vacanza in perfetta solitudine in una terra amata e da sempre nei suoi sogni può aiutarla a ritrovare un equilibrio e una serenità tanto desiderata.
Ma il suo quotidiano la vita di tutti i giorni la inseguono inaspettatamente fino all’estremo nord della Scozia.

Recensione

Morgana, a causa della fine di una relazione importante, decide di prendersi una vacanza in uno sperduto paesino della Scozia. Qui trova il cottage dei suoi sogni, in senso letterale, e passi. Passi anche che sia a un prezzo stracciato e che sia libero ad libitum. Ma che ci sia pure il bidè, è pura fantascienza. Presto scopriamo che Old Willow così sperduto non è, visto che Morgana si imbatte in due giovani che non solo sono italiani, e per di più suoi compaesani, ma sono pure i due ragazzi per i quali ha un certo debole (Renato Zero e il suo triangolo furoreggiano). A questo punto tanto valeva restarsene a casa propria - anzi, forse sarebbe stato più movimentato, visto che tutto quello che succede tra gli sviluppi di questo in-tre-ccio amoroso è una sterile descrizione della Scozia, del tipo "sono andata, ho visto, ho mangiato, il termine inglese significa questo".
Morgana è medico, ma avrebbe potuto essere architetto o estetista, la sua professione non ci dice niente di lei, né viceversa ha una qualche influenza con la storia. È appassionata di lettura, ma non ci dice cosa sta leggendo. Le piace cucinare, e se anche lo fa discretamente mi sarei aspettata qualcosa di più almeno qui: Benedetta Parodi nei suoi ricettari sa essere più invitante e coinvolgente.
Andrea è un giocatore di rugby-falegname, bellissimo e perfetto, il classico uomo da sposare. Diego è invece un dongiovanni, d'altra parte fa il barista - anche se prima era arredatore d'interni, ma non ci è dato sapere il perché di questa svolta; dalla sua apparizione ci vogliono più di venti pagine perché finalmente ci venga spiegato chi sia. Morgana si trova combattuta tra l'uno e l'altro, entrambi attraenti a modo proprio, eppure per questa sua comprensibilissima indecisione (due uomini per cui nutre già una certa simpatia le si dichiarano nel giro di poco, troppa grazia, sant'Antonio!) si definisce "lupo cattivo" e si sente in colpa come se avesse commesso il peggiore dei tradimenti: queste esagerazioni negli affetti/effetti tornano più volte, eppure restano solo sulla carta, non riuscendo a essere davvero credibili. Cito, ad esempio, gli occhi pieni di lacrime dovuti alla partenza per la vacanza in questione, che essendo appunto una vacanza, seppure lunga, non spiega il perché di tale tragedia. O il "ringraziando il cielo, toccavo di nuovo terra" alla fine del viaggio aereo, che non risulta essere stato penoso né aver provocato chissà quali difficoltà alla protagonista. O, ancora, la sorpresa fatta dalla padrona di casa alla prima cena insieme, che viene vissuta come un tradimento.
L'assenza totale di discorsi diretti, nei primi capitoli del romanzo, rende l'atmosfera pesante e asfittica, come anche le infinite riflessioni del prologo, a rischio claustrofobia. Quando finalmente i dialoghi arrivano, sono di uno stucchevole tale da non risultare per nulla spontanei, conditi poi da punti esclamativi immotivati e, viceversa, spesso fastidiosamente mancanti di virgole dopo i vocativi.
Le descrizioni dei luoghi della Scozia sembrano prese da Wikipedia e in generale si coglie un atteggiamento da "maestrina" che risulta antipatico - io so che tu non sai, quindi ti spiego quello che sto dicendo. C'è modo e modo di rendere partecipe un lettore ignorante (= che non sa), ma in questo l'autrice è fin troppo condiscendente. E giusto per essere puntigliosa, accetto malvolentieri lezioni di inglese da chi non sa che i plurali stranieri non vanno declinati e che l'ormai sdoganato "Sale/saldi" non va comunque al plurale.
Qui mi collego a un tasto dolente, l'ortografia e la grammatica: ho perso il conto dei "te" usati come soggetto, preposizioni messe a caso, un "dopo essermi lasciata" decisamente colloquiale, svariati termini come morbidoso e sbrilluccicoso che stanno bene nel diario delle Winx, non in un romanzo di evasione per adulti.
I cliché si sprecano, a cominciare dall'erba soffice, passando poi per il barman dongiovanni e il già accennato triangolo.
In mezzo a tutto questo, spiccano alcune metafore azzeccate, descrizioni sentite, periodi profondi, che però o si confondono nelle sequenze infinite di azioni di cui la protagonista sente il bisogno di renderci partecipi, o si trovano nel posto e nel momento sbagliato, perdendo di efficacia o diventando noiose.
Questo romanzo non avrebbe dovuto essere pubblicato così com'è. È una questione di rispetto per i lettori, che spendono denaro e tempo per un prodotto non conforme, e anche per l'autrice, che nonostante la cura, la passione e la dedizione sicuramente impiegate viene penalizzata da un lavoro a metà. Manca decisamente una revisione degna di questo nome, per forma e contenuti: il buono c'è, ma si perde in una marea di imperfezioni.

Giudizio:

+1stella+

Dettagli del libro

  • Titolo: Sul lato sbagliato della strada
  • Autore: Amanda Mazzi
  • Editore: Erasmo
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • ISBN-13: 9788889530979
  • Pagine: 215
  • Formato - Prezzo: Brossura - 13,00 Euro

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