14 settembre 2013

Expo 58 - Jonathan Coe

L'Exposition Universelle et Internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al suo culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del pub Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un mondo d'intrighi internazionali di cui diventa un'inconsapevole pedina.

Recensione

Per un autore che si è imposto con un trittico che sapeva già di autore arrivato e maturo pur nel pieno della giovinezza (letteraria), il nuovo arrivato Expo 58 si presenta, già dalle prime pagine di lettura, sì come una sintesi delle diverse direzioni e diramazioni di una scrittura ormai affinata, ma non ancora come compimento maturo di un percorso. Anzi, si viene quasi tentati di liquidare sbrigativamente l'ultimo lavoro di Jonathan Coe come un rimaneggiamento di temi vecchi, scritto con molta cura (come indiscutibilmente dimostra il lavoro di documentazione che ha accompagnato la stesura del romanzo), ma con poca inventiva. Le cose non stanno proprio così, ma per rendersene conto è necessaria una certa attenzione, per andare oltre una trama fin troppo semplice che tende ad autosabotarsi.

Dicevo del trittico che ha reso famoso nel mondo intero Jonathan Coe: il brio, la denuncia sociale, la satira politica e anche quella malinconia un po' british che ha caratterizzato opere come La banda dei Brocchi o La famiglia Winshaw. Dopo aver fatto a pezzi gli anni Settanta e Ottanta, Coe torna indietro e recupera il 1958, anno-chiave segnato non solo dall'Esposizione universale ospitata da Bruxelles. Coe dà il meglio di sé nella costruzione parodica e grottesca di un intreccio da spy-story che scimmiotta (e che sacrilegio!) un monumento nazionale come James Bond, trasfigurando così il nodo di paranoia e spionaggio internazionale che ha caratterizzato i decenni della guerra fredda.

A voler essere più profondi, è possibile scavare e scoprire il vasto mondo del non-detto: la storia di questo ennesimo inetto letterario, manovrato inconsapevolmente da tutte le parti in gioco, si scopre metafora di una storia di rimpianti, di occasioni mancate, tanto a livello personale ed esistenziale quanto a livello internazionale e geopolitico. In tal senso l'Atomium si scopre carico di valenze metaforiche inaspettate.

Il problema, però, è che la storia non decolla mai. Complice, forse, la scelta di un freddo narratore in terza persona, che fa rimpiangere i soliti affezionati narratori in prima persona degli altri romanzi: l'immedesimazione è impossibile, così come risulta impossibile provare coinvolgimento emotivo e affezione per l'inetto Foley, raggirato da tutti, tradito, o forse no, dalla moglie. A livello stilistico il giudizio negativo si fa più evidente: la scrittura briosa di Coe risulta spenta, opaca, stanca. Del suo tipico brio sopravvive qualche bolla frizzante, ad esempio nella coppia di agenti segreti sempre alle spalle di Foley, ma sono una macchietta e niente più. Il tasto più dolente mi sembra però la gestione dei tempi: la narrazione parte lenta, lentissima, procede poi con improvvise e schizofreniche accelerazioni, per poi rallentare ancora, fino a un finale che presenta colpi di scena fin troppo tardi e un'ulteriore accelerazione che presenta la storia politica britannica ed europea in pillole fino ai giorni nostri.

Un Jonathan Coe affaticato, forse; sicuramente un Coe dimezzato, spento. Giudizio di un affezionatissimo lettore che non si accontenta e pretende, com'è giusto, solo il meglio. Non una battuta di arresto, insomma, ma un rallentamento. E la convinzione paradossale che anche in questo Coe sia specchio della contemporaneità: mentre rimane sempre meno da dire ci si affida, malinconicamente, al rimpianto.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Expo 58
  • Titolo originale: Expo58
  • Autore: Jonathan Coe
  • Traduttore: D. Vezzoli
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: I narratori
  • ISBN-13: 9788807030550
  • Pagine: 288
  • Formato - Prezzo: Brossura - 17,00 Euro

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