2 agosto 2013

Storia di Malala - Viviana Mazza

Malala ha solo undici anni quando decide di alzare la voce. E ne ha quindici quando, in un giorno come tanti, mentre insieme alle sue amiche sta andando a scuola, i talebani tentano di ucciderla. Perché? Nel suo Paese, il Pakistan, si è scontrata contro chi vuole togliere alle ragazze e alle donne i loro diritti. Con l’appoggio della sua famiglia, Malala ha scelto di urlare il suo “no”. Poco più che bambina, ha lottato senza armi né violenza, ma con il coraggio delle parole e dell’istruzione, con la forza della verità e dell’innocenza. A metà tra il documentario e il diario, attraverso gli occhi di Malala e il cambio delle stagioni nella valle di Swat, scopriamo la vita e le paure, le amicizie e i sogni di una ragazza lontana eppure vicinissima.

Recensione

Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, il Il 12 luglio 2013, Malala è invitata a parlare all’assemblea delle Nazioni Unite, e chiede ai leader mondiali di impegnarsi affinché il diritto all’istruzione sia garantito a tutte le persone in ogni parte del globo, senza discriminazioni. Candidata al premio Nobel per la pace dal partito laburista norvegese e appoggiata dall’organizzazione internazionale Change.org, Malala è il simbolo del coraggio per moltissime bambine di tutto il mondo.

Viviana Mazza, corrispondente agli esteri per il Corriere della Sera, racconta la sua storia in un libricino curato e realizzato per ragazzine a partire dai tredici anni. Il libro è rifinito fin nei dettagli, ogni capitolo inoltre è adornato da un disegno di Paolo d’Altan, illustratore autodidatta e per questo ancora più apprezzabile.

Numerose sono state le fonti consultate da Viviana Mazza per scrivere questa storia: il diario tenuto da Malala per la BBC è stato lo strumento più utile - racconta -, mentre i documentari del New York Times e le interviste concesse da Malala e da suo padre prima e dopo l’attentato sono servite come ulteriore documentazione, come del resto gli articoli usciti sui giornali pachistani e stranieri sulla situazione nella valle di Swat. La scrittrice narra gli eventi inserendo degli episodi o più specificatamente dei personaggi di sua fantasia, per meglio restituire i pensieri e le situazioni della vita vissuta da Malala. Nel libro scrive: “Queste ricerche mi hanno spinta, a volte, a includere nel racconto fatti contemporanei alla vicenda di Malala, ma non menzionati esplicitamente da lei: credo che siano utili a descrivere meglio il suo mondo e, per poterli narrare in maniera efficace, ho inventato alcuni personaggi e inserito dialoghi frutto della mia fantasia.”

La vicenda dell’attentato viene raccontata già nel primo capitolo: questo permette al lettore di tranquillizzarsi nella lettura dei successivi e di concentrarsi sulle vicende che vengono narrate. La valle di Swat, luogo dove si svolge la vicenda, viene descritta come una terra ricca e lussureggiante al cui interno finisce per imporsi il leader dei talebani, Maulana Fazlullah, trentenne ribelle che da ragazzo faceva il predicatore in moschea. Gradualmente Maulana riesce a insediarsi nelle case pachistane attraverso la radio, tanto che viene soprannominato “Maulana Radio”, e passa da prediche generiche sulla preghiera e contrarie alla guerra degli americani in Afghanistan a imporre veri e propri divieti che mirano a mortificare il corpo femminile attraverso il divieto dei cosmetici e l’imposizione del burqa. Maulana Radio forma giorno dopo giorno il suo esercito di ribelli talebani. La situazione degenera e si arriva al divieto di istruzione scolastica per le donne, ma Malala, incentivata fin da piccina da suo padre allo studio e all’ambiziosa carriera politica, non si perde d’animo e grazie anche all’aiuto di un giornalista della BBC riesce a dare la sua testimonianza sui fatti terribili che la coinvolgono.

Nonostante la storia sia narrata in modo infantile e leggero – per quanto possa essere possibile una narrazione leggera quando si trattano certi argomenti –, il diario di Malala racconta verità molto pesanti, episodi di violenza non giustificabile, parla della mortificazione dell’essere umano in ogni aspetto. Per certi versi mi ha ricordato il diario di Anna Frank, opera sconvolgente e memorabile allo stesso tempo, in cui i fatti narrati, pur se abominevoli, sono intrisi di speranza, passione, fede e amore verso la vita. Viviana Mazza ha deciso di raccontare qualcosa di estremamente forte e problematico, attraverso però degli occhi innocenti. Il risultato è che la vita vince su ogni dolore, su ogni evento e su ogni perversa crudeltà dell’essere umano. Una storia che sicuramente farebbe rivedere il concetto di "noia" alle ragazzine di tredici anni che "si annoiano" su Facebook.


Un estratto del libro molto significativo:

– In questi giorni hanno distrutto altre cinque scuole. Quello che non capisco è:  perché? – esclama. – Erano già chiuse. Nessuno ha più frequentato le lezioni dopo il giorno stabilito.
- Secondo me l’hanno fatto per vendetta – prova a spiegare Laila. – Ho sentito che l’esercito ha ucciso lo zio di Maulana Shah Dauran. I talebani fanno sempre così. Ogni volta che vengono colpiti, si vendicano sulle nostre scuole. E i soldati cosa fanno? Niente. Stanno seduti nelle loro baracche in cima alle colline, sgozzano le pecore e mangiano a piacimento.
Siccome suo papà fa il panettiere e dal suo negozio passa tanta gente, Laila sente sempre i discorsi degli adulti sui talebani. Ma a volte le voci che girano non sono vere.
Qualche giorno fa, per esempio, si era convinta che Maulana Shah Dauran, cioè il braccio destro di Fazlullah, fosse morto. Mentre in realtà è vivo e vegeto.
E infatti parla in continuazione alla radio.
Raccomanda alle donne di restare in casa e proibisce loro di andare al mercato. E’ un po’ assurdo, visto che, prima di diventare un talebano, aveva anche lui una bancarella al bazar. Avverte gli ascoltatori che le scuole, sia femminili che maschili, usate come basi dell’esercito verranno attaccate. Annuncia che tre ladri saranno frustati e invita tutti i cittadini ad assistere allo “spettacolo”.
- Ma perché i soldati non ci difendono? – si chiede Malala. – Perché non vanno ad arrestare i talebani? Durante le esecuzioni pubbliche, per esempio… Sanno che possono trovarli lì.
Sembrerebbe logico, come i problemi di matematica assegnati a Malala e Laila per le vacanze. Ma i comportamenti dei grandi, a volte, seguono calcoli diversi, e sono davvero incomprensibili.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Storia di Malala
  • Autore: Viviana Mazza
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Contemporanea
  • ISBN-13: 9788804633679
  • Pagine: 181
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta, illustrato - Euro 14,90

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