13 aprile 2013

Butcher's Crossing - John E. Williams

"Bastava un solo sguardo, o quasi, per contemplare tutta Butcher's Crossing. Un gruppo di sei baracche di legno era tagliato in due da una stradina sterrata e poco oltre, su entrambi i lati, c'erano alcune tende sparse". Ecco lo sperduto villaggio del Kansas dove, in una torrida giornata del 1873, giunge Will Andrews, ventenne bostoniano affamato di terre selvagge. L'America sta cambiando, la ferrovia in breve scalzerà la tensione verso l'ignoto che aveva permeato il continente, lasciando solo il mito della frontiera. Eppure, il giorno in cui Will sente sotto i piedi la sua terra promessa, esiste ancora la caccia al bisonte, un'esperienza portentosa, cruenta e fondante, archetipo della cultura americana. È questo che il ragazzo vuole: dimenticare le strade trafficate ed eleganti di Boston e rinascere in una terra che lo accolga come parte integrante della natura. Ma in questi luoghi lontani dalla costa orientale e dalla metropoli gli uomini sono legnosi, stremati dall'attesa di un riscatto mai ottenuto e negli occhi custodiscono tutta l'esperienza del mondo. La caccia, l'atroce massacro di cui Will si rende complice, è un momento in cui si addensano simbologie, dove il rapporto tra l'essere umano e la natura diventa grandiosa rappresentazione, ma soprattutto è un viaggio drammaticamente diverso da ciò che il ragazzo si aspettava, da quel che immaginava di scoprire su se stesso e sul suo paese.

Recensione

Secondo romanzo dell'autore americano John Edward Williams, più conosciuto per il successivo Stoner (di cui tutti parlano ma che nessuno sembra aver letto), Butcher's Crossing vede finalmente la luce in Italia dopo più di cinquant'anni dalla sua pubblicazione originale. E' stato talvolta indicato, non a torto, come uno degli antecedenti più prossimi di temi cari a Cormac McCarthy: la lotta tra l'uomo e la natura selvaggia, la perfezione dei grandi spazi dell'incontaminato, la violenza e il decadimento. In un certo senso, si potrebbe dire che Butcher's Crossing mostra il passaggio verso l'era moderna dei territori di frontiera, gli stessi che McCarthy mostrerà nel loro declino.

Ambientato intorno al 1870, il romanzo costituisce dunque un vivido spaccato della vita di frontiera: Butcher's Crossing è un ammasso di case al limitare della prateria, la cui principale fonte di reddito è il commercio delle pellicce di bisonte, in attesa dell'imminente costruzione della ferrovia.

«Bastava un solo sguardo, o quasi, per contemplare tutta Butcher’s Crossing. Un gruppo di sei baracche di legno era tagliato in due da una stradina sterrata e poco oltre, su entrambi i lati, c’erano alcune tende sparse. Il carro ne superò una sulla sinistra, eretta in modo approssimativo, di color grigio militare, con i due lati arrotolati verso l’alto e una tavola appesa a un lembo del tetto, su cui era scritto alla meglio, in caratteri rossi «Joe Long-Barbiere». Sul lato opposto della strada c’era un edificio basso, quasi quadrato, senza finestre, con un pezzo di tela a mo’ di porta. Davanti alle assi di legno grezzo della costruzione c’era un’insegna più curata dell’altra, con su scritto, in nero, «Bradley-Tessuti». Di fronte all’edificio successivo, una lunga struttura rettangolare a due piani, la diligenza si fermò. Dall’interno proveniva un basso, continuo mormorio di voci, unito al tintinnio costante dei bicchieri che sbattevano l’uno contro l’altro. Una lunga tettoia schermava l’ingresso, ma sopra alla porta, nell’ombra, si distingueva un’insegna dai caratteri elaborati, rossi con i bordi neri, che diceva: «Jackson’s Saloon».»

Tale è lo scenario che si offre agli occhi di Andrews Willis, giovane studente di Harvard in cerca di «quella natura selvaggia [...] forma di libertà e bellezza, di speranza e vigore che gli sembrava alla base di tutte le cose più intime della sua vita, che pure non erano né libere, né belle, né piene di speranza o vigore. Ciò che cercava era l’origine e la salvezza del suo mondo, un mondo che sembrava sempre ritrarsi spaventato dalle sue stesse origini, piuttosto che ricercarle come la prateria lì intorno, che affondava le sue radici fibrose nella nera e fertile umidità della terra, nella natura selvaggia, rinnovandosi proprio in questo modo, anno dopo anno.» Il villaggio polveroso, la prateria sterminata, il miraggio di terre ancor più estreme e della vita da cacciatore operano in lui una vera e propria trasfigurazione: dimentico degli agi di Boston, decide d'impulso di investire i suoi risparmi in una spedizione che tutti in paese gli sconsigliano. Miller, cacciatore veterano, aspetta da dieci anni l'occasione della sua vita, una battuta di caccia ai danni di una colossale mandria di bufali avvistata in una valle tra le montagne del Colorado.
I prati del Kansas lasciano ben presto posto al deserto, alle altezze vertiginose del Colorado, al verde eden da esse protetto e in cui penetra infine l'uomo. La natura incontaminata accoglie e ingloba Willis e i suoi compagni: Miller, l'uomo di ferro, roso dall'ossessione del cacciatore; Charlie, il conciatore monco dedito al whiskey e alla bibbia; Schneider, lo scuoiatore mercenario.

Willis, a un passo dal trovare quella verità che di cui è alla ricerca, contempla con occhi vergini la maestosità del paesaggio che lo circonda, rendendosi complice della carneficina compiuta da Miller. La natura selvaggia finirà per trasformare gli uomini che vi sono penetrati: Miller vi si contrapporrà con un'esaltazione ai limiti della follia, restando vittima della sua stessa fame di sangue; Charlie, resosi complice di Miller, verrà privato del senno; Schneider, il pensiero sempre rivolto alla civiltà, finirà per essere il capro espiatorio della vendetta del Creato. Solo Willis, che vi si è assoggettato senza compromessi, trarrà infine una risposta alla sua ricerca di un senso, fornendo dunque la chiave di volta di Butcher's Crossing: la sua essenza di bildungsroman.

Punto di forza del romanzo è la suggestiva ambientazione, che Williams restituisce con un magistrale talento evocativo: ma tale è la forza descrittiva, dei personaggi come dei paesaggi, che purtroppo finisce per annullare qualsiasi altro elemento.
Butcher’s Crossing è come un film dalla fotografia superba che manca di una trama; come un documentario mozzafiato di terre estreme in un tempo ormai passato; come un arazzo di quasi quattrocento pagine: splendido da contemplare, ma privo di movimento.

Giudizio:

+3stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Butcher's Crossing
  • Titolo originale: Butcher's Crossing
  • Autore: John E. Williams
  • Traduttore: Tummolini S.
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Le strade
  • ISBN-13: 9788864112817
  • Pagine: 359
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 17.50 Euro

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