5 marzo 2013

Hotel Bosforo - Esmahan Aykol

Cosa ama tanto di Istambul Katy Hirschel, tedesca-turca trapiantata in città, se per la maggior parte del tempo si trova immersa nel caos mobile della metropoli, porta tra oriente e occidente? Forse, più del kebab e delle sale da tè all'aperto che non la stancano mai, proprio il caos l'appassiona, frutto inebriante di una stratificazione di esseri umani profondamente diversi, il cui inatteso effetto è la convivenza e la capacità di comunicare. Kati ha vissuto a Istanbul per metà circa della sua vita di quarantenne e ne conosce ogni angolo, gli svariati ambienti, i ritrovi esclusivi e popolari, i tanti quartieri che fanno città nella città. E' indipendente, sola, alquanto vanitosa, erotica, e dirige la sua libreria specializzata in gialli. Per lavoro e per passione, incontra ogni tipo di gente, clienti, amici, vicini simpatici curiosi e vociferanti, in giro instancabilmente fra il mar di Marmara e il Bosforo. Inattesa, perché mai erano state intime, Petra, vecchia amica tedesca diventata attrice di una certa fama, la chiama. E' scesa all'Hotel Bosforo, giunta nella vecchia capitale per un film di produzione turco tedesca. Subito Petra riversa sull'amica tutto il dolore di un'esistenza senza amore. Al successivo appuntamento, Kati viene a sapere che in albergo è stato consumato un crimine, ed è proprio Petra la principale sospettata. Arma del delitto, decisamente femminile, un asciugacapelli; vittima il regista tedesco, morto fulminato nella vasca da bagno della sua suite, con un bicchiere di whisky in mano. Con lui, Petra, a detta di tutti, aveva una relazione che però lei nega. Kati, per amicizia, si sente coinvolta e decide di assistere da vicino alle indagini. E si trova a condursi con abilità e civetteria tra produttori miliardari dal passato losco, poliziotti spicci, artisti, bohemien, corteggiatori, circuiti internazionali dell'orrore e vendette, e un amore; mentre le sue giornate sono movimentate dalle tante persone che popolano la sua complicata vita quotidiana. Lo scontro delle loro abitudini e dei loro pregiudizi, con i pregiudizi e le abitudini di un'europea occidentale, la vita al gioco dell'orientalismo e dell'occidentalismo. Ed è un abbraccio a una metropoli carica di storia europea che ritorna in Europa.

Recensione

L'autrice è turca ma vive tra Berlino e Istambul. Anche la protagonista del suo libro, Kati Hirschel, è nata in Turchia da genitori tedeschi. Pur essendo vissuta per parecchi anni in Germania, Kati preferisce abitare a Istanbul che è sicuramente una città affascinante ma è altresì tanto caotica quanto Berlino è ordinata. Gli ingorghi nelle strade delle nostre città, di cui ci lamentiamo, sono poca cosa raffrontati a quelli di Istanbul, dove si creano "code turche" -sono giustificati i lettori che dopo questa freddura si rifiuteranno di continuare a leggere la recensione-. D'altronde occorre pensare che la nostra città più popolosa, Roma, ha meno di un quarto degli abitanti di Istanbul. Se vuole andare da una parte all'altra della città, la protagonista deve passare in auto gran parte della giornata.

Il modo di scrivere e il tipo di ironia di Esmahan Aykol ricordano quelli di Alicia Giménez-Bartlett nei gialli che vede come protagonista Petra Delicado, cui Kati assomiglia sotto molti aspetti. Pertanto il romanzo si configura divertente, pieno di umoristiche considerazioni per i diversi modi di fare e pensare di turchi e tedeschi.

La protagonista, Kati, è una quarantenne single e piacente, proprietaria di una libreria specializzata in libri gialli, e non disdegna eventuali avventure erotiche. Ogni volta che incontra un uomo da cui si senta attratta, si vengono a creare i presupposti per una relazione, dato che lei è una donna disponibile. Tuttavia il rapporto non si concretizza mai per un insieme di circostanze che fanno talvolta sorridere ma che si comprendono solo alla fine del libro.

La parte del romanzo propriamente "gialla" lascia un po' a desiderare. L'autrice ha voluto che non ci fossero indizi che potessero condurre all'assassino del regista tedesco, unica vittima in tutto il romanzo, e le autorità turche, per motivi di prestigio, sono restie a consentire nelle indagini l'intervento di quella teutonica, ancorché la vittima sia appunto di nazionalità tedesca. L'autrice, pertanto, per arrivare alla soluzione del caso, è costretta a fare apparire un elemento incriminante come un prestigiatore quando trae il famoso coniglio dal cappello. Il tutto avviene in maniera divertente ma troppo casuale e dilettantesca per una giallista che voglia definirsi tale. Evidentemente l'autrice ritiene che la polizia turca non abbia mai letto Oscar Wilde e non sappia quindi che "per capire un omicidio bisogna prima di tutto conoscere la vittima". Sarà solo in occasione del viaggio che farà in Germania per accertarsi dello stato di salute della madre, che Kati riuscirà a risalire al colpevole. A Berlino incontrerà finalmente  l'amante giusto che casualmente la indirizzerà verso la soluzione.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Hotel Bosforo 
  • Titolo originale: Hotel Bosporus
  • Autore: Esmahan Aykol 
  • Traduttore: Emanuela Cervini 
  • Editore: Sellerio
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • ISBN-13: 9788838924712
  • Pagine: 265
  • Formato - Prezzo: Brossura - 13,00 Euro

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