18 novembre 2012

La stella nera di New York - Libba Bray

Dall'autrice della trilogia bestseller di Gemma Doyle (1.000.000 di copie vendute in America) e del libro vincitore del Printz Award 2010 per l’eccellenza nella letteratura YA Going Bovine, arriva in Italia La stella nera di New York, un romanzo entusiasmante con l'aggiunta di una vena thriller che sfocia nel soprannaturale.

Il primo volume di una tetralogia che inaugura un affascinante viaggio nel retroterra occulto dell’America. Ambientato nella Grande Mela a metà dei leggendari anni Venti, tra Ziegfeld girls, locali jazz e liquori sottobanco In America il libro uscirà il 18 settembre per il colosso Little, Brown con una tiratura di circa 250.000 copie

Evie O’Neill, dopo aver suscitato l’ennesimo scandalo nella noiosa cittadina di provincia in cui è nata, viene spedita dai genitori a vivere nell’effervescente New York City – e la ragazza ne è entusiasta. New York è la città dei locali, del contrabbando, dello shopping e del cinema, e non passa molto che Evie stringe amicizia con irriverenti Ziegfeld girls e scapestrati ragazzi di strada. Evie però non fa conoscenza solo con le luci sfolgoranti dell’età del jazz, ma anche con gli oscuri anfratti del Museo americano del Folclore, della Superstizione e dell’Occulto, che suo zio Will Fitzgerald – presso cui abita – dirige con l’aiuto di Jericho, uno strano ragazzo sempre immerso nella lettura. E quando una serie di omicidi a sfondo esoterico e riconducibili a uno spirito che torna dal passato vengono a galla, Evie e suo zio sono chiamati a collaborare alle indagini, e sono proiettati al centro del sistema mediatico. I due si lanciano nelle ricerche, ed è allora che quel misterioso potere divinatorio che la ragazza sa di avere si rivelerà utile a catturare il killer, prima che sia troppo tardi.

Recensione di Tancredi

La stella nera di New York è la prova che è possibile scrivere young adult godibilissimi e leggibili a (quasi) tutte le età, originali e innovativi, a cavallo tra i generi.

Primo episodio di una tetralogia annunciata, rielabora motivi e temi dell'horror e del romanzo gotico innestandoli in un contesto storico ben preciso, con l'ardita e ben riuscita scelta di una giovane protagonista.

Tutto comincia, come è ormai un classico, con una seduta spiritica: momento finale di una serata di svago e bevute di una gioventù borghese americana del 1926. Com'è prevedibile, la spensieratezza dei giovani non rende percepibile la gravità del momento, nemmeno quando a muovere la tavoletta ouija è lo spirito di John Hobess, John il Malvagio; un istante di imperdonabile distrazione, la comunicazione non viene chiusa e lo spirito si ancora al mondo materiale, tornando morto tra i vivi, pronto a mettere in pratica i suoi folli piani. Tra i presenti, la diciassettenne Evie - a lei, inconsapevole fino alla fine di questo nesso, toccherà fermare l'avanzata del maligno. Oltre le risa sguaiate, il piacere del bere e i modi di fare piuttosto spiccioli, Evie non è una ragazza come le altre, è una divinatrice: il contatto con certi oggetti le rivela i segreti più reconditi dei loro possessori. E' proprio per le conseguenze di un dono ancora percepito come maledizione che i genitori decidono di mandarla a New York, da un misterioso zio che di cognome fa Fitzgerald e che, nemmeno a farlo apposta, è proprietario del Museo del Brivido. Sullo sfondo di una notturna New York degli anni Venti, tra occulto, misticismo, jazz e cronaca nera, si dispiega la storia di Evie, che intreccia all'inseguimento del Malvagio la crescita della ragazza, una maturazione che comincia proprio dal suo dono/maledizione e che si amplifica fino a cogliere l'intera sfera delle sue relazioni con l'altro. Relazioni che in effetti si fanno varie, tante quanti sono i personaggi più o meno secondari, al punto che talvolta possono vantare un punto di vista della narrazione, a fianco di quella principale della protagonista: l'austero ma non troppo zio Will, il giovane Jericho, suo aiutante dal passato oscuro, e poi un giovane ladro che si guadagna la fiducia di Evie, e le sue immancabili amiche, ognuna con la sua storia personale. A completare il quadro, altre storie, come quella dei due fratelli afroamericani, divinatori loro malgrado, che arrivano a sfiorare appena Evie - sintomo, probabilmente, di sviluppi futuri.

Dall'intreccio di storie personali, con una buona caratterizzazioni dei personaggi, uno sfondo storico vivo e gli approfondimenti, ben documentati, sull'occulto negli anni Venti, la Massoneria e pure la realmente esistita Società Americana di Eugenetica, emerge un quadro variopinto, ben curato, che sostiene la lettura di un romanzo di quasi seicento pagine, dal ritmo serrato, che tiene sempre vivo l'interesse e il coinvolgimento del lettore.

A tutto ciò si unisce un linguaggio fresco, abbastanza semplice, fortemente caratterizzato dalla parlata giovanile e gergale della protagonista. Proprio questo punto ha suscitato qualche perplessità, per l'evidente tentativo di svecchiare i personaggi, rivelando un'adolescenza lontana nel tempo eppure poco dissimile da quella attuale; tuttavia sembra che l'autrice si sia concentrata fin troppo sul ritratto di Evie, arrivando paradossalmente a una caratterizzazione meno efficace rispetto ai personaggi secondari, che riduce la ragazza essenzialmente alla riproposizione di un modello già visto e usato.

Il risultato comunque non cambia, soprattutto in funzione della sua fruizione immediata: La stella nera di New York (che, peraltro, ha un titolo italiano pure più evocativo di quello originale!) è un romanzo godibile, attraente, denso di suspence e imprevedibilità, che non si mancare proprio nulla e tiene il lettore incollato alla pagina fino alla fine, quanto basta a desiderarne già il seguito.

Giudizio:

+4stelle+

Recensione di Pythia

Conoscevo Libba Bray come autrice di "Una grande, terribile bellezza", che langue nella pila dei "da leggere", trilogia che avrebbe dovuto mettermi sull'avviso che pure questo nuovo romanzo ne avrebbe seguito le orme. E nonostante questo sospetto fosse confermato dalla presentazione del libro, mi ci sono gettata a capofitto, facendomene completamente rapire, senza ahimè pensare alle nefaste conseguenze: non amo affatto arrivare a un'ultima pagina che non è davvero ultima, ma che lo sarà tra 500-1000 pagine non ancora pubblicate.

È vero che esistono romanzi in serie che possono essere letti anche da soli, ma questo non fa parte della categoria. Tanti, troppi sono i punti in sospeso, che per ripicca verrebbe da rifiutarsi di proseguire la letture. Il guaio è che i protagonisti della storia sono così particolari che non si può evitare di affezionarvisi e la trama stessa è, per tanti motivi, intrigante. Il connubio New York/anni '20 è per me irresistibile: il fascino della Belle Époque, con le sue luci, la sua musica, il jazz, e poi il proibizionismo, gli spettacoli, i gangster, e ancora i sogni di una nazione che si sente potente e sicura, ma allo stesso tempo fragile e spaventata di fronte ai diversi - per nazionalità, colore della pelle o credo religioso. Di tutto questo non manca nulla: la New York della Bray coinvolge con il suo caleidoscopio di vita, sorprende con le sue stranezze e convince come un reale viaggio nel tempo.

Lo spunto per il romanzo viene dal mondo del paranormale, con sedute spiritiche, visioni, sogni premonitori e case infestate, cui si aggiunge un assassino spietato che segue una profezia di un tempo che fu. A smascherarlo contribuiscono i poteri di una diciassettenne ribelle - sottolineo "contribuiscono", perché c'è tanto dei cari, vecchi metodi investigativi. Il giallo si mescola con l'horror, anche se a prevalere è decisamente il nero - del male, dell'oscurità, della morte.

I protagonisti sono tutti giovani più o meno diciottenni, nelle cui vite si scontra l'incoscienza degli anni verdi e la maturità di esperienze dure. In comune hanno un passato oscuro, un episodio particolarmente doloroso che li ha segnati. Eppure non è questo a unirli, bensì un'amicizia spontanea e forte, anche se non sempre sincera.

Nonostante la loro giovane età, il romanzo rientra difficilmente nel young adult che di recente va di moda. Qui le emozioni sono vive, coerenti, dure; il paranormale non è una scusa per creare una variante di Giulietta e Romeo, ma un lasciapassare per l'horror, quello che fa tremare fin nelle ossa. L'amore c'è, ma è un complemento, un di più che comunque non stona. L'intreccio scorre liscio, con varie incursioni nelle diverse vite dei personaggi che non fanno però perdere di vista il nodo della vicenda. Il fiato resta sospeso fino all'ultima pagina: l'epilogo avviene ben prima della fine materiale del libro, ma ciò che viene narrato in seguito riprende, solo in parte, fili sospesi e introduce agli sviluppi futuri della storia. Questo è il motivo per cui tengo la 5a stellina in sospeso, con la speranza che i successivi episodi arrivino presto e siano all'altezza di questo.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La stella nera di New York
  • Titolo originale: The Diviners
  • Autore: Libba Bray
  • Traduttore: D. Rizzati
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • Collana: Lain
  • ISBN-13: 9788876250828
  • Pagine: 585
  • Formato - Prezzo: Rilegato - 14,90 Euro

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