11 gennaio 2012

Jezabel - Irène Némirovsky

Quando fa il suo ingresso nell'aula di tribunale in cui verrà giudicata per l'omicidio del suo giovanissimo amante, Gladys Eysenach viene accolta dai mormorii di un pubblico sovreccitato, impaziente di conoscere ogni più sordido dettaglio di quello che promette di essere l'affaire più succulento di quanti il bel mondo parigino abbia visto da anni.
È ancora molto, molto bella, Gladys Eysenach: il tempo sembra averla "sfiorata come a malincuore, con mano cauta e gentile", quasi si fosse limitato ad accarezzarla teneramente, e le donne presenti nell'aula si sussurrano con invidia i nomi dei suoi innumerevoli amanti. Ma pochi giorni dopo, allorché vengono pronunciate le arringhe, tutta la sua bellezza pare averla abbandonata, e Gladys è ormai soltanto una donna vecchia e sfinita, che a mani giunte supplica i giudici di infliggerle la pena che merita.
La condanna sarà lieve, invece, solo cinque anni: il movente passionale ha fatto sì che le venissero concesse le attenuanti previste dalla legge. Ma qual è la verità - quella verità che Gladys Eysenach ha cercato ad ogni costo di occultare?
Capace come pochi altri scrittori di scavare nel cuore femminile con implacabile, chirurgica precisione, Irène Némirovsky ci svela a poco a poco il segreto di questa donna che ha desiderato più di ogni altra cosa di rimanere immutabilmente bella, di essere amata per sempre - e che per questo è arrivata a uccidere.

Recensione

Nel racconto biblico, citato dall'autrice con la mediazione di un'opera teatrale di Racine, Jezabel è la moglie idolatra del re d'Israele Achab, corruttrice e intrigante, una regina il cui corpo, dopo la morte finirà straziato dai cani in segno di estremo oltraggio.

Gladys Eysenach è l'icona creata dalla penna di Irène Némirovsky, idealmente vicina alla regina fenicia della Bibbia, che concentra in sè tutti gli aspetti distorsivi della cultura, anzi del culto, dell'immagine con un senso della modernità capace di catturare il lettore per tutto lo svolgimento del racconto.
Dopo la scena iniziale che racconta del processo pubblico alla condotta morale della protagonista e che la vede subire una sentenza a cinque anni di prigione per l'assassinio di un presunto gigolò, la narrazione torna indietro a quella che si può considerare la nascita sociale di Gladys, cioè il ballo del debutto nel jet set internazionale.
La scena, che richiama innumerevoli precedenti letterari, contiene in nuce già tutto il destino di 'Jezabel': la sua bellezza la rende desiderabile e le permette di scoprire l'oscuro meccanismo del desiderio maschile. La sua vita diventerà una rincorsa a tale feticcio e lei si condannerà, poiché la vanità e la felicità non sono compatibili, a un percorso di dolore.

La modernità di questa donna che fa di tutto per nascondere la sua età nonostante sia sempre molto avvenente, anche con il passare degli anni e degli affetti, si ritrova tutta nel suo desiderio profondo non solo di sembrare giovane ma di esserlo: l'impossibilità di vedersi 'vecchia', anche solo all'anagrafe, la porterà a passare sopra ogni remora e ogni legame, fino a generare in modo inconsapevole la sua stessa nemesi.

Il suo segreto è la vera data di nascita e sembra uno stereotipo da moderno giornale di gossip; la sua ossessione è mantenere intatta la sua freschezza agli occhi del mondo; il suo terrore di perdere la propria immagine di eterna bellezza la porteranno a scegliere il carcere pur di non rivelare la vera età.

La vanità nella sua psiche prevale su tutto e costituisce insieme la sua fragilità e la sua dannazione: Némirovsky dipinge questo ritratto a metà tra un Dorian Gray in gonnella e un quadro di Tamara de Lempicka con superba maestria, mostrando l'intera vita della sua protagonista come un continuo crescendo, svelando le complesse dinamiche della ferrea volontà di questa donna, che è disposta a tutto pur di nascondere il suo vuoto interiore.

Che si riduce a puro involucro, fino al punto di condannarsi alla totale solitudine, fino al punto di passare con il suo egoismo sopra a tutti i sentimenti più sacri per una donna, fino al punto di portare al collasso la sua identità, immolandola sull'altare effimero e illusorio dell'apparenza.

Sbaglia, dunque, il risvolto nel dire che Gladys Eysenach è disposta a tutto pur di rimanere immutabilmente bella e amata: esserlo non le basterebbe e sentir dire di sé che è ancora bella nonostante l'età e porta bene i suoi anni sarebbe un'offesa mortale.

Ciò che Jezabel vuole sopra ogni cosa e con tutta se stessa è anche apparire tale.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Jezabel
  • Titolo originale: Jezabel
  • Autore: Irène Némirovsky
  • Traduttore: Laura Frausin Guarino
  • Editore: Adelphi
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Piccola Biblioteca, 508
  • ISBN-13: 9788845921476
  • Pagine: 194
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10.00 Euro

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