29 ottobre 2010

Lo squalificato - Osamu Dazai

"Lo squalificato" (1948), uno dei romanzi più celebri della letteratura giapponese del ventesimo secolo, narra la storia di un uomo, Yozo, che, sentendosi rifiutato dalla società nella quale vive, deve affrontare una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le "pagliacciate" escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l'intera esperienza da lui vissuta in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La "squalifica" alla quale è condannato Yozo (nel cui problematico ritratto certamente si riflettono vicende di cui fu vittima lo stesso Dazai) acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l'autore sposta bruscamente e sapientemente il punto di vista narrativo fuori della coscienza del protagonista.

Recensione

Tutto passa.
Questa è la sola e unica cosa che a parer mio s’avvicini alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sin oggi come in un inferno rovente.
Tutto passa.

Viene facile accostare Dazai al più celebre Mishima: entrambi hanno scritto dei romanzi a forte tematica autobiografica, ed entrambi manifestano nei loro scritti lo stupore irreversibile per le trasformazioni in atto nella società giapponese del secondo dopoguerra.
Mentre, però, in Mishima lo straniamento viene estremizzato, unendosi alla sua combattuta omosessualità, in Dazai si presenta come straniamento dal se stesso. Il giovane Yozo, lungi dal capire una società estranea nella quale si ritrova catapultato, non riesce nemmeno a comprendere se stesso. Non a caso, Dazai ha uno stile narrativo completamente diverso da quello, fortemente lirico ed emotivo, di Mishima: malgrado la scelta della prima persona, la narrazione è distante e distaccata dagli eventi e dagli stati d'animo del protagonista.

Per quanto riguarda la trama, potrebbe pure sembrare un romanzo di formazione un po' alla occidentale: l'abbandono degli studi, le ubriacate notturne, la continua ed esasperata ricerca del sesso, i tentati suicidi. Ma è con uno spirito completamente diverso che il protagonista affronta tutto ciò.

Ciò che caratterizza, ancora, egualmente Dazai e Mishima, è il problema del contatto con l'altro, dello scontro tra individuo e società. Dazai, se possibile, ne è maggiormente ossessionato: lo si comprende bene nella seconda parte del romanzo, quando i dialoghi tra i personaggi diventano occasione di pure disquisizioni. E così, una volta concluso che la società "non è altro che individuo", al protagonista appare chiara la profonda contraddizione, e finalmente riesce a specchiare il suo io sfuggente nella società altrettanto sfuggente ed ambigua: "l'incomprensibilità della società è l'incomprensibilità dell'individuo". Ciò gli fa apparire vana la sua consolidata abitudine a recitare una parte, a vivere come se la vita fosse solo uno spettacolo, a fare finta di essere umano. Il mondo così gli appare "un luogo d'orrore insondabile", un mondo nel quale non c'è posto per lui, "squalificato" come essere umano.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Lo squalificato
  • Titolo originale: Ningen shikkaku
  • Autore: Osamu Dazai
  • Traduttore: M. Bonsanti
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Universale Economica Feltrinelli
  • ISBN-13: 9788807721250
  • Pagine: 150
  • Formato - Prezzo: Brossura - 7.50 Euro

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