24 giugno 2009

La vita agra - Luciano Bianciardi

Come accade raramente nella storia della letteratura, l'uscita de La vita agra nel 1962 avrebbe fornito le parole al disagio profondo che nella realtà quotidiana stava appena sotto la patina dorata del boom economico che in quegli anni investiva l'Italia, creando facili illusioni di massa per un paese che appena ieri era contadino. Ma La vita agra può anche essere letta come palinsesto dei motivi che animeranno qualche anno più tardi la contestazione giovanile. C'è l'inumanità, l'alienazione, cui è ridotta la folla della metropoli; c'è la nausea del traffico e dell'automobile; c'è la pena per il mondo aziendale, ove la gente appare sottoposta a un processo di disidratazione spirituale; c'è la satira del mondo editoriale resa inerte e posta in vendita adulterata dal sussiego delle mode sempre nuove. C'è insomma una contestazione globale al sistema, e all'uomo integrato nel sistema: "Ora so che non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare ben più lontano".

Recensione

E' davvero significativo che debba essere stato uno come Bianciardi, venuto dalla povertà dell'Amiata, da un disastro minerario in cui l'incuria del padrone aveva "lasciato" morire 43 suoi "amici" (vite buttate via in cambio dell'aumento dei profitti), dalla provincia grosseto-maremmana, a fare la più lucida ed incisiva critica dell'inciviltà della civiltà italica.
A ridere del miracolo italiano (da non mescolarsi, secondo lui, con gli unici miracoli veri, tipo la moltiplicazione di pani pesci e vino per dare da mangiare al popolo tutto, riunito dalla fame) che si veniva compiendo in quegli anni, a scapito della civiltà, quella sì civile, preesistente ossia la civiltà contadina spazzata via dall'inurbazione selvaggia coatta.

Così come Pasolini, così come molto cinema neorealista (personalmente voglio ricordare Peppe De Santis e Vittorio De Seta), Bianciardi denuncia descrivendo: la città grigia longobarda, quella cappa mefitica di fumi e flatulenze che, se qualche vento dovesse portar via, subito i cittadini si "industriano" a ricreare. E non importa che sia Milano, potrebbe far da specchio ad una qualunque altra città industriale d'occidente.
Persino il vecchio sogno di far saltare il torracchione di vetro e alluminio annega nella fretta della produttività: nessuno ha tempo di prenderlo sul serio, nessuno avrebbe tempo infine nemmeno di denunciarlo.

E di tanta inciviltà, fa resoconto il fatto che "intanto sono arrivati gli operai coi picconi e scavano (...) eppure scavano, e la gente non protesta per l'incomodo, né per il fragore dei martelli vibratili. La gente protesta semmai se nella casa di fronte tengono il grammofono troppo alto e arrivano a cascata le note di Vivaldi". Insomma, il trionfo delle "finestre altrui serrate".

Dettagli del libro

  • Titolo: La vita agra
  • Autore: Luciano Bianciardi
  • Editore: Bompiani
  • Data di Pubblicazione: 2001
  • Collana: Tascabili Narrativa
  • ISBN-13: 9788845249112
  • Pagine: 220
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro

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