3 aprile 2009

La lunga marcia - Richard Bachman (Stephen King)

Dai confini con il Canada sino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore.., e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Tra i partecipanti, fra cui spicca il sedicenne Garraty, si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia, lungo il terribile percorso scandito dagli incitamenti della folla assiepata ai margini della strada. Un incubo on the road che solo King (Richard Bachman) poteva concepire...


Recensione

Ray Garraty si sta preparando per una gara.
Una marcia che lo porterà attraverso il Maine, cento concorrenti tondi tondi.
Al vincitore spetteranno soldi e gloria.
Ray Garraty si allaccia le stringhe e si prepara alla partenza.

Sotto il caldo, il temporale, di giorno e di notte, Garraty e gli altri novantanove concorrenti marceranno.
L'unica regola, semplice e scarna: non rallentare l'andatura al di sotto delle sei miglia orarie.
Tre errori permessi, seguirà l'eliminazione. In senso letterale.

E' un gioco, è solo un gioco. Non vi è traguardo, non vi sarà sopravvissuto oltre al vincitore. Non è permessa distrazione, non è permessa debolezza. O marciare o morire.
Ma, in fondo, che la vita stessa non sia un gioco? Che non si possa perdere a ogni mano?

La Lunga Marcia, attribuito ai tempi all’ormai defunto (R.i.p.) Richard Bachman, è la più bella prova che abbia mai letto del Re nelle vesti del suo alter ego: un romanzo essenziale, crudo, che si perde ben poco negli sfarfallii stilistici a cui l’autore ci ha abituato: Garraty e solo Garraty è il perno del romanzo, e se sappiamo qualcosa dei suoi ‘compagni di corsa’ o di ciò che sta cronologicamente, concettualmente o concretamente attorno alla Marcia, è solo grazie ad una sua conversazione o a un suo pensiero.
Nessuna ambientazione, nessuna spiegazione.
Ed è meglio così.
King ci descrive, sospeso nel tempo e nello spazio, un crudele e perverso gioco di cui non si sa nulla. Disperatamente stancante è la frase che ci accompagna lungo il faticoso viaggio attraverso il Maine: 'E continuò a marciare'.

Man mano che i superstiti procedono, i pensieri, le conversazioni, le già scarne descrizioni si vanno facendo sempre più stentate e frammentarie, così come la lucidità dei marciatori. Affezionarsi a questo o quell’altro personaggio è arduo, perché ben poco di loro ci viene mostrato, o inutile: la Marcia terminerà quando ne sarà rimasto solo uno. Un horror crudele, una metafora della società e perché no, della stessa vita: una marcia continua, dal percorso inaspettato, irto di pericoli che non si possono prevedere; una marcia in cui ci si trascina senza poter far altro che guardare le cose che ci si lascia indietro, e senza sapere se sarai tu stesso il prossimo ad abbandonare...

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La lunga marcia
  • Titolo originale: The Long Walk
  • Autore: Richard Bachman (Stephen King)
  • Traduttore: Della Frattina B.
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Data di Pubblicazione: 2004
  • Collana: Super Bestseller
  • ISBN-13: 9788882744823
  • Pagine: 278
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9.90 Euro

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