14 marzo 2014

Diario di un killer sentimentale - Luis Sepúlveda

Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: faceva un caldo infernale a Madrid e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per qualcuno incontrato a Veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei Caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo al tappeto. In fondo, dietro i modi da duro, lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, anche se la ricompensa aveva sei zeri sulla destra ed era esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine fra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. I retroscena dell'incarico, però, lo incuriosivano stranamente. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della D.E.A., sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Era sempre rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo dove non esistevano licenziamenti ma certificati di morte.

Recensione

Questo di Sepúlveda è un libro piccolo (18 x 11), scritto a caratteri grandi e di sole 73 pagine. Sta agevolmente in tasca ed è consigliabile per passare il tempo durante le lunghe attese, come quando si va dal medico. Più che un romanzo può quindi definirsi un racconto lungo. Scritto nel caratteristico stile asciutto e piacevolmente scorrevole dell’autore, si viene avvinti dalle vicende ed è solo a lettura ultimata che ci si rende conto della fragilità dell’intreccio. Tuttavia l’autore non pretendeva di scrivere una storia realistica, ma solo un “divertissement”. Il racconto è infatti estremamente ironico, tanto da poter affermare che trattasi di una parodia dei “noir” classici. Ne sono una prova le considerazioni espresse dal protagonista quando, ad esempio, deluso dal rapporto sentimentale con una ragazza, si rende conto di avere sbagliato ad essersi legato affettivamente:
“Un professionista vive solo e, per dar sollievo al corpo, il mondo offre un'ampia scelta di puttane”;
o, dopo una corsa in taxi in cui il protagonista si è dovuto sorbire gli sproloqui del tassista sulla coppa europea di calcio:
“Mi venne voglia di puntargli la canna di una quarantacinque alla nuca per fargli chiudere il becco, ma non avevo attrezzi con me, e poi un professionista non se la prende mai con un cretino, nemmeno se è un tassista.”
Se il finale, con delusione degli estimatori più ortodossi del genere, può definirsi in certo qual modo scontato, non per questo il racconto è meno apprezzabile. D'altronde il protagonista è un "professionista" e, come tale, non poteva agire in maniera diversa. Se nell’ultimo incarico assegnatogli ha compiuto azioni quantomeno azzardate, ciò è dipeso unicamente dal trauma affettivo subito che, in certo qual modo, oltre a fargli compromettere –ma non irrimediabilmente- la missione, ha cercato di spingerlo verso l'autodistruzione. E' stata solo la sua “professionalità” a salvarlo, anche se il “come” non voglio narrarlo per rispetto del lettore.
Pare che il racconto sia nato dopo una delusione amorosa di Sepúlveda, quantomeno è ciò che l'autore afferma. In ogni caso è questo il ritmo e lo stile asciutto ed essenziale che dovrebbe avere un "giallista" ed è pertanto una lettura consigliata agli scrittori esordienti che vogliano cimentarsi nel genere.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Diario di un killer sentimentale
  • Titolo originale: Diario de un killer sentimental
  • Autore: Luis Sepúlveda
  • Traduttore: Ilide Carmignani
  • Editore: Guanda
  • Data di Pubblicazione: Gennaio 1998
  • Collana: Prosa Contemporanea
  • ISBN-13: 9788877469854
  • Pagine: 73
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 10,00

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