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30 dicembre 2012

La principessa di ghiaccio - Camilla Läckberg

Erica Falck è tornata nella casa dei genitori a Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia che, come sempre d'inverno, sembra immersa nella quiete più assoluta. Ma il ritrovamento del corpo di Alexandra, l'amica d'infanzia, in una vasca di ghiaccio riapre una misteriosa vicenda che aveva profondamente turbato il piccolo paese dell'arcipelago molti anni prima. Erica è convinta che non si tratti di suicidio, e in coppia con il poliziotto Patrik Hedström cerca di scoprire cosa si nasconde dietro la morte di una persona che credeva di conoscere. A trentacinque anni, con la sensazione di non sapere bene cosa volere nella vita ma stimolata da un nuovo amore, approfitta del suo status di scrittrice per smascherare menzogne e segreti di una comunità dove l'apparenza conta più di ogni cosa.

Recensione

La principessa di ghiaccio è il primo romanzo di Camilla Läckberg, la giallista svedese di maggior successo dopo Stieg Larsson, almeno secondo il sito web della Marsilio che sta pubblicando in Italia i suoi romanzi. Premesso che non ho nulla contro questa casa editrice che molto sta puntando sul nuovo filone del giallo nordico, dopo questa ennesima disastrosa esperienza non posso che augurarmi che gli autori di mystery svedesi raggiungano presto l'estinzione. 

Il motivo di tanto furore è presto detto: questi benedetti giallisti non sanno scrivere. Punto. 

Sono consapevole che ciò che leggiamo passa attraverso il filtro della traduzione e quindi i paragoni lasciano un po' il tempo che trovano, tuttavia dopo aver letto questo romanzo sono pronta a rimangiarmi le critiche che avevo mosso alla povertà di stile di Ken Follett o, addirittura, Dan Brown. Il primo quantomeno ha un vocabolario consono a una persona adulta mentre il secondo ha il pregio di possedere uno stile incalzante e sa come dare ritmo alla narrazione. Al contrario, Camilla Läckberg condivide il difetto che ho riscontrato in tutti i suoi connazionali che ho letto finora: ha una prosa piatta, monotona, noiosa. A questo si affianca una povertà di linguaggio imbarazzante, scelte linguistiche degne di una liceale e costruzioni sintattiche che si possono al massimo definire scolastiche, nel senso di grammaticalmente corrette ma legnose, prevedibili, ingenue. Giusto per fare qualche esempio, è mai possibile che una donna di 35 anni pensi che il suo spasimante sia "troppo carino!", i due non facciano altro che scambiarsi "bacini" mentre il cattivo di turno fa "sorrisini maligni" a destra e a manca, neanche fosse Macchianera?

Leggere che attualmente la Läckberg è considerata l'"Agatha Christie svedese" mi riempie francamente di indignazione. Avendo letto tutti i romanzi della Christie sono perfettamente conscia dei limiti del suo stile e della mancanza di profondità psicologica che spesso si riscontra nei suoi personaggi, tuttavia ella quantomeno compensava con intrecci originali e accuratamente studiati, fornendo al lettore enigmi di prima qualità.

Il giallo che ci propone Camilla Läckberg è invece di medio livello, non particolarmente originale e portato avanti tramite investigazioni dozzinali, in cui importanti indizi vengono menzionati per poi essere inspiegabilmente trascurati, le conclusioni logiche degli investigatori mancano totalmente di suddetta logica e il colpevole viene scoperto, dopo 458 pagine d'indagini, in seguito a un banale errore preso a prestito da una puntata qualsiasi de La signora in giallo.

Dico 458 pagine di indagini, ma in realtà esse si riducono ad un centinaio, inframmezzate dal noiosissimo e prevedibile racconto della nascita della storia d'amore fra i due protagonisti, la scrittrice Erica e il poliziotto Patrick. E' sconvolgente pensare come tanto spazio possa essere dedicato alle dinamiche fra i protagonisti senza che si riesca a costruire per essi una psicologia vagamente interessante. Erica è la solita donna di (medio) successo con una vita sentimentale disastrata perché la mamma da piccola non si è dimostrata affettuosa con lei, di conseguenza tende a fuggire non appena la relazione diventa un po' seria. Ciononostante, praticamente si butta tra le braccia del poliziotto bonaccione Patrick che, naturalmente, la ama fin dall'infanzia ma che solo ora Erica decide di considerare un partito appetibile, sarà l'orologio biologico che fa sentire il suo ticchettio. A loro si affiancano l'artista geniale ma ubriacone Andres, la vittima dell'omicidio Alex, amica d'infanzia di Erica, donna bellissima ma scostante dal passato tormentato, e la sorella di Erica, Anna, casalinga picchiata regolarmente dal marito despota, incapace di reagire alle violenze perché ritiene che siano le sue mancanze a giustificare l'ira del consorte. Tutti esempi di psicologia spicciola "alla Raffaele Morelli" che purtroppo oggigiorno piacciono molto e fanno sentire tutti noi profondi conoscitori dell'animo umano.

Infine noto con sconforto che la Läckberg è l'ennesima autrice incapace di distinguere tra un narratore onnisciente, a focalizzazione interna o esterna. Trascurando i brevi prologhi scritti in corsivo che precedono ogni capitolo fino a metà libro e che dovrebbero fornirci un estratto della mente del presunto assassino, secondo il più scontato degli stratagemmi letterari, nei primi capitoli del romanzo la scrittrice adotta il punto di vista di Erica, rendendoci partecipe del suo passato, delle sue azioni e dei suoi pensieri. Man mano che la storia procede iniziano ad inserirsi brevi frammenti (una o due paginette), ovviamente in modo del tutto casuale, in cui il narratore adotta il punto di vista di un altro dei personaggi finché, nella seconda parte, la maggioranza della narrazione è affrontata dal punto di vista di Patrick. Inoltre, nel vano tentativo di creare un po' di suspence, a volte l'autrice tace le scoperte dei suoi protagonisti nonostante la storia venga raccontata dal loro punto di vista, indebolendo e togliendo logicità al racconto. E' evidente anche a una lettura superficiale che non si tratta di qualche tipo di sperimentazione linguistica dell'autrice ma semplicemente di incapacità di scrivere un testo complesso in base a regole narrative che abitualmente vengono spiegate in terza media. E di nuovo mi chiedo: ma questi autori non hanno un correttore di bozze, un editore, qualcuno che gli faccia notare la cosa?

Come probabilmente si deduce dalla mia recensione, ho terminato questo libro con un profondo senso di irritazione, forse eccessiva considerando che sul mercato circolano porcherie ben peggiori, ma il pensiero che questo tipo di narrativa venga salutata con entusiasmo come la nuova frontiera del giallo sinceramente mi indigna oltremisura e non posso che consigliare di starne alla larga.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La principessa di ghiaccio
  • Titolo originale: Isprinsessan
  • Autore: Camilla Läckberg
  • Traduttore: Laura Cangemi
  • Editore: Marsilio
  • Collana: Farfalle
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • ISBN: 9788831799577
  • Pagine: 458
  • Formato - Prezzo: Tascabile - 14,00 Euro 

3 commenti:

  1. premesso che in genere le quarte di copertina sono annunci pubblicitari e dunque sono piene di figli di Conan Doyle e nipoti di Agatha Christie, che troppo spesso si manifestano essere solo parenti poveri e pure alla lontana, considerato che le recensioni quasi sempre sono scambi di favori tra redattori e giornalisti devo dire che condivido il tuo giudizio sulla sopravvalutazione del giallo scandinavo.

    spesso sono troppo lunghi e focalizzati troppo su aspetti sociali delle vicende che esulano dal giallo classico. della tua autrice non ne ho letti, ma della serie di wallander e di larsson si e in effetti il quadro è quello che descrivi tu, anche se mi parevano scritti almeno più decentemente.

    molto meglio comunque un Holmes o una Marple d'annata, se si vuole un po' di brivido e una forte dose di atmosfera.

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  2. Che dire, forse se fossero scritti con un po' più di verve e meno dispersività potrei digerire meglio gli aspetti non prettamente "mistery" ma così come sono decisamente non fanno per me.

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  3. tử sắc lôi cầu ngưng tụ ở trong không trung, theo phi kiếm hạ xuống.

    Da đầu Vương Lâm run lên. Tư Đồ Nam quát: “Đây là nguyên bảo, Vương Lâm, thu lại tâm thần, lão phu mang ngươi thuấn di. Liều mạng thôi!”

    Tinh thể màu lam từ ngực Vương Lâm cấp tốc khuếch tán, bao phủ lấy toàn

    thân. Lúc này cự kiếm chém xuống, mặt đất vang lên từng trận ầm ầm, xuất

    hiện rất nhiều vết rách. Theo sự xuất hiện tử sắc lôi cầu, trong phạm

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